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Quando parliamo di "omicidio sul lavoro", intendiamo un reato specifico introdotto dal disegno di legge 1091 del 2024, che mira a punire con maggiore rigore incidenti mortali derivanti da violazioni della sicurezza sul lavoro, la cui entrata in vigore sarebbe prevista per fine anno.
Il disegno di legge 1091/2024 rappresenta un deciso rafforzamento dell’apparato sanzionatorio e della responsabilità penale in materia di sicurezza sul lavoro, introducendo nuove fattispecie di reato e puntando a una maggiore efficacia della prevenzione e della tutela dei lavoratori, in linea con le più recenti evoluzioni normative e con la crescente attenzione pubblica al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro
Se ti stai chiedendo cosa cambia rispetto al classico omicidio colposo, la risposta è semplice: il nuovo reato introduce aggravanti severe legate direttamente all’ambiente lavorativo e alle norme sulla sicurezza.
Il disegno di legge introduce gli articoli 589-quinquies del codice penale e 590-septies c.p., aumentando le pene e definendo nuove circostanze aggravanti quando ci sono violazioni gravi della normativa antinfortunistica.
Aspetto | Novità introdotte dal DDL 1091/2024 |
---|---|
Reati penali | Introduzione di omicidio e lesioni gravi sul lavoro |
Sanzioni | Pene più severe per violazione norme sicurezza |
Responsabilità | Maggiore responsabilità per datori di lavoro |
Vigilanza | Rafforzamento controlli e obbligo di relazione |
Coordinamento normativo | Allineamento con altre recenti riforme |
La risposta è nei numeri impressionanti degli ultimi anni. Troppi incidenti mortali evitabili hanno mostrato una cronica debolezza nella tutela della sicurezza dei lavoratori.
La normativa attuale, pur prevedendo sanzioni penali per la violazione delle norme sulla sicurezza, è stata spesso ritenuta insufficiente a garantire un’efficace deterrenza e a responsabilizzare in modo adeguato i datori di lavoro e i soggetti apicali.
Questa esigenza è emersa anche in considerazione dell’elevato numero di incidenti e decessi ancora registrati nei luoghi di lavoro in Italia, nonostante il quadro normativo già esistente, e della richiesta da parte dell’opinione pubblica e delle parti sociali di una risposta più efficace e mirata a tutela della salute e della vita dei lavoratori.
Nel primo trimestre del 2025 sono stati registrati 210 decessi sul lavoro in Italia, con un aumento del +9,9% rispetto allo stesso periodo del 2024 (191 vittime). Di questi, 150 sono avvenuti “in occasione di lavoro” e 60 “in itinere” (cioè nel tragitto casa-lavoro).
Secondo il disegno di legge 1091/2024, rischiano l’imputazione di omicidio sul lavoro tutti coloro che, con condotta colposa, cagionano la morte di una persona in violazione delle norme relative alla prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. In particolare, la norma si rivolge:
In sintesi, l’imputazione può riguardare non solo il datore di lavoro, ma anche altri soggetti che, per posizione, poteri o deleghe, sono responsabili della sicurezza e della prevenzione in azienda, inclusi dirigenti, preposti e, in certi casi, membri degli organi di amministrazione, se la violazione deriva da carenze organizzative strutturali o da scelte aziendali che subordinano la sicurezza al profitto.
La prima linea di responsabilità riguarda ovviamente i datori di lavoro che non attuano misure adeguate di sicurezza. Il preposto assume una nuova centralità normativa, obbligato a vigilare attivamente sul rispetto delle norme. Anche il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione diventa direttamente coinvolto e perseguibile in caso di omissioni.
Se il nuovo reato di omicidio o lesioni personali sul lavoro sarà introdotto nel codice penale, esso diventerà automaticamente un “reato presupposto” per la responsabilità amministrativa dell’ente ai sensi dell’art. 25-septies del D.Lgs. 231/2001. Questo significa che, in caso di infortunio mortale o grave sul lavoro dovuto a violazione delle norme di sicurezza, non solo la persona fisica (datore di lavoro, dirigente, preposto) potrà essere imputata penalmente, ma anche la società o l’ente potrà essere chiamato a rispondere con pesanti sanzioni amministrative e interdittive, se il reato è stato commesso nell’interesse o a vantaggio dell’ente.
La responsabilità dell’ente è autonoma rispetto a quella della persona fisica: anche se il procedimento penale contro il singolo si conclude per prescrizione o altra causa, la società può comunque essere condannata se si accerta che l’evento è frutto di carenze organizzative, di prevenzione e di gestione della sicurezza. Le sanzioni possono essere molto gravi: sanzioni pecuniarie elevate, interdizione dall’attività, revoca di licenze, confisca del profitto, pubblicazione della sentenza e danno reputazionale.
L’unico strumento di difesa per l’ente è l’adozione e l’efficace attuazione di un Modello Organizzativo 231: se la società dimostra di aver adottato modelli idonei a prevenire i reati in materia di sicurezza sul lavoro può andare esente da responsabilità o ottenere una riduzione delle sanzioni.
Pena base:
Aggravanti principali:
La pena è aumentata (da 10 a 18 anni di reclusione) nei seguenti casi aggravati:
Ulteriori aggravanti:
Pene per le lesioni gravi e gravissime:
Sintesi tabellare
Fattispecie | Pena prevista |
Omicidio sul lavoro (caso base) | Reclusione da 5 a 10 anni |
Omicidio sul lavoro (con aggravanti) | Reclusione da 10 a 18 anni |
Lesioni gravi/gravissime sul lavoro | Pene proporzionate e aggravate |
In sintesi, il nuovo reato introduce un regime sanzionatorio molto più severo rispetto alla normativa attuale, con aggravanti specifiche per le omissioni più gravi in materia di sicurezza e per il lavoro irregolare, in modo da rafforzare la deterrenza e la tutela dei lavoratori.
Prevenire è la chiave. Imprese e lavoratori devono agire insieme per creare ambienti più sicuri.
Check-list: 7 azioni preventive per evitare rischi legali
L'introduzione del reato di omicidio sul lavoro rappresenta un punto di svolta nella tutela dei lavoratori. Questo nuovo scenario normativo deve essere visto come opportunità per investire davvero nella cultura della sicurezza, tutelando la vita e salvaguardando le imprese da rischi penali pesantissimi. Prepararsi subito è l’unica strategia vincente.
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